Ho già descritto tempo fa le caratteristiche per le entrate di trading con il secondo attraversamento di Joe Ross. In questo articolo non ho alcuna intenzione di ripetere ciò che ho già scritto, ma voglio fare un esempio pratico su come ho gestito un trade sul cambio euro dollaro con questa tecnica.
Ciò che sto per scrivere è dunque soltanto uno dei modi con cui io faccio trading, non è detto che tu debba avere lo stesso metodo. È sempre utile testare tutte le tecniche di trading in demo, mettendole in pratica in prima persona, per capire se funzionano per il proprio modo di operare. Nel trading infatti nessuna strategia è assoluta, bisogna prima testarne il funzionamento in base alla propria operatività.
Dopo questa ampia premessa, spiego come ho operato sulla coppia di valute EUR/USD con la tecnica del secondo attraversamento. Innanzitutto ho pianificato la mia possibile entrata già qualche giorno prima, ho segnato il tutto nel mio diario di trading ed ho scritto anche un post di analisi settimanale – alquanto spartana – sul cambio euro dollaro, tanto per distrarmi dal grafico e dunque evitare operazioni diverse dal mio piano.
Sul grafico a 1 ora del 24 settembre si sono formati due importanti livelli di prezzo, attestati anche nel giorno seguente. A me dunque interessava che il prezzo rompesse uno di questi due punti:
– il massimo della prima ledge (1,2972 circa) e in questo caso l’entrata sarebbe stata long;
– il minimo della seconda ledge (1,2890 circa) e in questo caso l’entrata sarebbe stata short.
Il giorno seguente – 25 settembre – la coppia di valute EUR/USD arriva ai livelli di prezzo della prima ledge, per poi ridiscendere fino al minimo della seconda e poco oltre (prima caccia agli stop) e risalire nuovamente ai livelli della prima ledge fino a superare di poco il massimo (seconda caccia agli stop). Il prezzo scende nuovamente ai livelli precedenti, formando una congestione molto stretta e ciò significa che il punto di rottura potrebbe giungere a breve.
L’entrata più prudente dovrebbe avvenire alla rottura del minimo dell’ultima ledge, quella più stretta. Io tuttavia l’ho filtrata su un time frame più breve, per entrare qualche punto prima, prendendomi un rischio maggiore.
L’operazione è andata bene, anche nella gestione. Esco infatti con la metà del trade appena scorgo la prima incertezza del prezzo e sposto lo stop loss al livello della mia entrata. Con l’altra metà del trade rischio quasi di raggiungere lo stop, ma poi il cambio scende nuovamente. Sposto lo stop loss più in basso quando noto la formazione di una barra doji, sempre a time frame inferiore e il prezzo che resta nuovamente fermo. Il trade è stato poi chiuso in automatico, in quanto il prezzo tocca lo stop loss.
Perché ho scritto questo post? Non per spiegarti nuovamente il secondo attraversamento, ma per farti capire che – nonostante ci siano molte tecniche di trading che funzionano – se non hai la pazienza e la disciplina per applicarle nel modo più adeguato, nessuna di esse funzionerà mai. Quindi devi lavorare in demo (ma come se fosse denaro reale) sulle tecniche, ma anche sul tuo modo di applicarle e gestirle. Nel trading, la parte più complicata da imparare, è proprio quella di gestire se stessi. Approfondirò questo argomento importante nei prossimi articoli, quindi iscriviti alla newsletter (riquadro in alto nel menu laterale) se vuoi essere aggiornato appena pubblico un altro post.
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